Vesuvio

Ho realizzato questo mini cartone , mentre "sbariavo" in rete. Ho pensato che dal cratere del vesuvio invece di uscire la lava , uscissero note musicali. E' più che altro un augurio per il riscatto della mia città, che potrebbe ricominciare proprio dalla musica, che in questo periodo è poco rappresentata in Italia e nel resto del mondo.
Nick
Powered By Blogger

'Nu Poco 'e Reclame - Clicca !

lunedì 30 giugno 2008

Roberto De Simone


L'evento teatrale al Mercadante
Debutta lo spettacolo di Roberto De Simone:
chiuderà la sua schermaglia con Napoli?
«Lo Vommaro a duello» è lo spettacolo del festival di cui si è parlato di più. E non solo a Napoli




Roberto De Simone
NAPOLI - Di sicuro è lo spettacolo del festival di cui si è parlato di più. A Napoli certo, ma non solo. Perché «Lo Vommaro a duello», che debutta stasera al Mercadante alle 21 (replica sabato), è una novità assoluta del maestro Roberto De Simone, che negli ultimi dieci anni più volte non ha condiviso le scelte dell'establishment politico-culturale napoletano. Il suo ritorno in scena, e in particolare in una manifestazione voluta da quell'ambiente contro il quale ha spesso polemizzato, rappresenta quindi un evento per il quale c'è grande attesa dentro e fuori la città. E per stasera, alla prima, è atteso anche il governatore Antonio Bassolino. «Questo lavoro — spiega l'autore — guarda sì alla nostra tradizione, ma in modo del tutto contemporaneo.
«Lo Vommaro a duello»

«Lo Vommaro a duello»
Non quindi un compiacimento manieristico, ma esperimento sui diversi aspetti della nostra tradizione musicale, teatrale e letteraria». L'allestimento nasce dalla fusione della commedia di Pasquale Starace «Lo Vommaro» del 1742, e de «Il duello comico», farsa in musica di Giovanni Paisiello del 1774. «Nel primo testo — prosegue De Simone —, che Benedetto Croce attribuì a Starace, la tematica è quella dell'emancipazione del mondo femminile di quel tempo. Mentre il libretto del ‘Duello', scritto da Giambattista Lorenzi, racconta di Bettina e del suo corteggiatore Don Policronio, che vivono seguendo la moda e l'usanza francese, molto alla moda nel ‘700». Lo spettacolo procede su due binari, tra scene recitate e frammenti musicali d'opera comica, alternando cantanti lirici come Filippo Morace (Don Simone) Clemente Daliotti (Topo), Alessandro Spina (Don Policronio), Francesco Marsiglia (Leandro), Francesca Russo Ermolli (Bettina), Monica Bacelli (Clarice) e Filomena Diodati (Violetta), e attori vocalisti fra i quali Franco Javarone (Don Trebuzio) Enrico Vicinanza (Nora), Angela Pagano (Fenizia), Renata Fusco (Rina) e Antonella Morea (Dianella).
Il direttore d'orchestra è Renato Piemontese. «Fra i brani — spiega ancora De Simone — ci sono anche alcune arie scritte da me su testi tradizionali, espressione di un mondo popolaresco del ‘700, fra scrittura e oralità, letteratura e mondo rurale». La lingua dello spettacolo, infatti, è in equilibrio tra letterarietà barocca e vernacolo, adoperato come materiale fonetico o ritmico. «È un'ibridazione — conclude l'autore — sui linguaggi, sempre più trascurati a favore dei contenuti. Ma il teatro può essere etico, morale, politico, ma deve restare soprattutto teatro, altrimenti rischia la morte. E la conferma sta nel fatto che Shakespeare è sempre attuale, grazie ai suoi contenuti teatrali. Il teatro non deve mai diventare cronaca».

Stefano de Stefano
27 giugno 2008

Teresa Salgueiro canta in napoletano





Trentanove anni e ancora il volto e la voce di una madonna, dopo due decenni un poco mistici e un poco misteriosi nei Madredeus che grande successo ebbero fino a qualche anno fa, Teresa Salgueiro sembra diventata la bandiera della cultura musicale portoghese: una sorta di Amalia Rodriguez dei nostri giorni, tanto raffinata ed eterea, però, quanto la grande interprete del passato era invece sanguigna e appassionata. Nulla disdegna: l'abbiamo vista al Sanremo in formazione con gli Stadio, torniamo a incontrarla da stasera perché inizia un nuovo tour italiano, nel quale l'eclettismo sembra la misura prevalente: l'interprete che stregò Wim Wenders e nel 1994 girò con lui «Lisbon Story», diventandone pure colonna sonora, debutta infatti al San Carlo di Napoli. L'hanno chiamata per festeggiare il quarto compleanno dell'Archivio storico della canzone napoletana: con il Solis String Quartet, per la prima volta si cimenterà con quel dialetto in un viaggio nella canzone classica, dal Duecento al Dopoguerra, dalle villanelle fino a Renato Carosone. Aver chiamato lei sarà stato anche un modo elegante per non sottolineare il momento poco felice che anche la scena napoletana della musica sta vivendo, senza nemmeno una interprete femminile di rilievo; però poi nel proseguimento del tour il repertorio cambierà totalmente, come lei stessa racconta.
Cara Teresa, stasera ci diventa napoletana...
«Sì, ma solo stasera. Perché poi alla Milanesiana il 3 luglio sarò brasiliana, e più oltre terrò anche concerti nei quali canto un repertorio internazionale molto contaminato. Però sono molto fiera di questo debutto al San Carlo: sono stati i musicisti del Solis String Quartet a pensare proprio a me per il progetto e ne sono onorata. Per me questo teatro è un'esperienza totalmente nuova, ma nelle due volte che ci siamo incontrati, con i Solis, a provare a Napoli, ho trovato il tutto molto stimolante. Sono canzoni che non avevo nemmeno mai pensato di cantare. Una vera avventura».
Per esempio? «Non bisogna rivelare troppo, gliene dirò solo due, di diverse epoche: "Tammuriata Nera", ed "Era di Maggio"».
Ha dovuto studiare molto?
«Non tanto, in verità. Un po' alcune di queste canzoni sono nell'immaginario di tutti gli europei, ma poi tenga conto che è stato difficilissimo trovare lo spazio per la serata, perché come le ho detto ho vari tipi di tour in corso, e non ho veramente un minuto libero».
Sempre così occupata, ma da quando e perché ha lasciato i Madredeus? Eravate così affiatati, nei Novanta. Un successo spaventoso dovunque, sembrava non dovesse finire. Le urta parlarne? «
No, affatto. Li ho lasciati appena lo scorso novembre: era scaduto il nostro contratto e mi chiedevano di firmarne un altro per sette anni, però in esclusiva. Avevo appena inciso un disco di canzoni brasiliane, ho pensato che ho dato loro 21 anni della mia vita e che potevano bastare. Come avrà capito, mi guardo intorno: ci sono tante cose che non ho ancora fatto, mi sono buttata a capofitto in mille progetti. E' davvero un momento strano». Il 3 luglio alla Milanesiana, canterà le canzoni brasiliane?
«Sì, il recital si chiama "Voce e Eu", saranno 22 canzoni dagli Anni 30 ai Settanta, da Chico Buarque a Vinicius a Jobim. Ho appena fatto 3 settimane di tour in Brasile, è stato un grande successo: un incontro fra cugini, portoghesi e brasiliani. Però poi ho un ultimo recital, sempre in giro per l'Italia in luglio, con il Lusitania Ensemble: si chiama "La Serena", sono canzoni in linguaggi differenti. Ho viaggiato tanto, sono stata così ben ricevuta dovunque: e ho pensato di celebrare le diverse culture del mondo con canzoni che ho amato da tanto tempo. Pezzi come ci "Caruso" e "La vie en rose", titoli portoghesi e dell'Angola. Una testimonianza di musiche e poesia che arricchiscono le esistenze umane».
Non esagererà? Lei chiede molto alla sua voce. Non la consumi...
«Sono eccitata. Passo dopo passo costruisco la mia via verso la musica: ho altri due progetti ora, uno è un disco di inediti. Ma di questo non dico una parola. Sono molto felice, spero di star bene e di poter fare tutto».

domenica 29 giugno 2008

Pino Daniele a Piazza del Plebiscito

Il concerto di Pino Daniele a Piazza del Plebiscito a Napoli è sicuramente l'evento musicale dell'anno. Il grande musicista partenopeo inizialmente ,come tutti sapranno, doveva suonare allo stadio San Paolo, ma poi qualcosa è andato storto e quindi gli organizatori avevano optato per l'ippodromo di Agnano, ma neanche lì è stato possibile. Alla fine è stata data la piazza dove 30 anni fa suonò per primo con la band che ora ha riunito. Pino e il suo management avevano inserito anche delle "guest star" che hanno collaborato in diverse occasioni nei suoi lavori musicali. Gente come Giorgia, Chiara Civiello, Al Di Meola, Irene Grandi, ecc ecc. Artisti che sono in "sintonia" con il suo discorso musicale. La location della piazza più grande di Napoli ha però "sconvolto" questa scaletta. Ora personalmente non so chi ha "sugerito" al bluesman partenopeo di far partecipare Nino D'Angelo e Gigi D'Alessio, e non si riesce a capire neanche il bisogno di queste aggiunte ( passi per il primo che negli anni ha cambiato "indirizzo musicale" creando anche degli album interessanti, ma "che ci azzecca", per dirla alla Di Pietro, Gigi D'Alessio ? ) Boh ? Speriamo che il concerto sia comunque bello da sentire, a parte, ed è propio il caso di dirlo "questa nota stonata".

Nick

venerdì 27 giugno 2008

Brian Eno al museo 'Madre' di Napoli

 

SUONI E COLORI

Due installazioni di Brian Eno
al museo 'Madre' di Napoli

Associare il movimento della luce alle infinite variazioni del suono. E' la poetica dell'artista-compositore inglese che pensa l'opera d'arte come qualcosa in divenire

 

Brian Eno Napoli, 24 giugno 2008 - 'Surrender lounge proposal. 77 milion paintings' e 'Aurelia', sono le ultime opere di Brian Eno, progettate appositamente per gli spazi del museo di arte contemporanea di Napoli. La prima già conosciuta al pubblico napoletano, mentre la seconda è composta da un incrocio di suoni di 8 campane non sincronizzate, trasmessi da riproduttori posizionati all'interno del cortile del museo.

Nell'esprimere le proprie emozioni, soprattutto attraverso i colori, si sente molto più mediterraneo che inglese  Brian Eno, il famoso compositore, musicista ed artista inglese, che sarà presente al museo 'Madre' di Napoli fino al 15 settembre. ''E' da tempo che associo il movimento della luce con le infinite variazioni del suono - afferma l'artista - . Le mie opere coniugano la staticità classica della pittura con il movimento della musica intrecciandole insieme e creando un luogo astratto dove l'anima trova un momento di riposo. L'arte - prosegue Eno - per natura sfida, mette in discussione chi la osserva creando emozioni contrastanti. Il mio obiettivo è trasmettere una serenità che nasce da un senso di 'resa' , una delle emozioni più importanti dell'essere umano''.

'Surrender lounge proposal. 77 milion paintings' propone un 'quadro' di plasma che mostra all'infinito una serie di combinazioni di colori e musiche gestite da un software che compone, appunto, 77 milioni di immagini diverse tra loro e 9000 sarebbero gli anni necessari per vedere tutte le possibili combinazioni tra suoni ed immagini. ''E' il futuro dell'arte - spiega - creare un'opera d'arte incompleta ma sempre in evoluzione. Pensate ad un giardino, l'uomo che semina vede solo in parte il suo lavoro che continuerà a vivere ed evolversi anche dopo la sua scomparsa''. Anche 'Aurelia' è in divenire, i rintocchi si sovrappongono ad intervalli irregolari realizzando un armonico/stonato intreccio di suoni. ''Ho provato un primo montaggio - racconta Eno - ma non mi ha soddisfatto. Anche l'attuale mescolanza di suoni non mi soddisfa. Probabilmente la cambierò''.

giovedì 19 giugno 2008

CONCERTO DI GALA PER I 4 ANNI DELL’ARCHIVIO SONORO DELLA CANZONE NAPOLETANA









CONCERTO DI GALA PER I 4 ANNI DELL’ARCHIVIO SONORO DELLA CANZONE NAPOLETANAQuattro
anni di attività, quando sono di successo, vanno festeggiati. E’ il
caso dell’Archivio sonoro della canzone napoletana, che nel 2004 ha
iniziato la preziosa attività di raccogliere, documentare,
digitalizzare e mettere a disposizione del pubblico ogni riproduzione
musicale del repertorio canoro partenopeo. Un piccolo grande lavoro,
che mette insieme oltre 40.000 titoli di sole canzoni napoletane, alla
maggior parte dei quali è già associata una scheda che ne fa conoscere
autori, esecutori, casa editrice musicale, anno di composizione. Il 30
giugno al Teatro San Carlo sarà il giorno per brindare e festeggiare
questo progetto, di cui è direttore Paquito del Bosco. Al concerto di gala dell’archivio sonoro della canzone
napoletana, che presto diventerà l’archivio multimediale, tanti gli
artisti che interverranno, dagli Avion Travel che proporranno in prima
nazionale brani napoletani e trasposizioni in dialetto di capolavori
brasiliani, poi sarà la volta dei Solis String QUartet E Tertesa
Salgueriro, per un viaggio nella canzone classica dal duecento al
dopoguerra, dalle villanelle a carosone. Ad aprire la festa il
miniconcerto di Nando Citarella .






lunedì 16 giugno 2008

Concerto di gala dell'Archivio sonoro napoletano

 

 

MUSICA | Napoli – Concerto di gala la sera del 30 giugno al Teatro San Carlo di Napoli per il quarto anno di attività dell'Archivio sonoro della canzone napoletana, che vedrà in scena il debutto di una celebre voce internazionale per la prima volta alle prese con i classici napoletani; la prima nazionale di un concerto, anch'esso interamente in napoletano, che vedrà protagonista una delle più importanti realtà della canzone d'autore italiana; un'originale traduzione all'ombra del Vesuvio dei capolavori mozartiani.
Ad illustrare i dettagli del programma della serata, nonché le importanti novità che riguardano i progetti futuri dell'Archivio sonoro della canzone napoletana, il 18 giugno alle ore 12 nel foyer del Teatro San Carlo interverranno, nel corso di una conferenza stampa, il direttore dell'Archivio sonoro della canzone napoletana Paquito Del Bosco, il giornalista Federico Vacalebre, il consulente alla direzione artistica del Teatro San Carlo di Napoli Gianni Tangucci e gran parte degli artisti coinvolti nell'operazione.

Fonte : comunicato stampa

lunedì 9 giugno 2008

Sacri Misteri napoletani

Muove i primi passi la rassegna concertistica “La gabbia delle voci. Racconto in 8 quadri musicali seri, semiseri, poco seri” curata dall’Associazione Mysterium Vocis.
image
Il primo concerto “Sacri Misteri napoletani”, Il 4 giugno alle ore 20.30 presso la Chiesa di Santa Caterina da Siena a Napoli, il gruppo napoletano, diretto da Rosario Totaro, è stato impegnato nel repertorio sacro del Settecento napoletano con musiche di Domenico Scarlatti, Nicola Fago, Niccolò Jommelli e Pasquale Cafaro.
Solisti Roberta Andalò, Sabrina Santoro, Daniela Del Monaco, Guido Ferretti e Sergio Petrarca, all’organo Pierfrancesco Borrelli.

La rassegna, che si articolerà in otto concerti e si concluderà a dicembre, esplorerà la musica vocale dalla villanella al Lied tedesco, con l’apporto di solisti e gruppi che nel tempo hanno costruito una solida consuetudine con l’Associazione, condividendone l’impegno e la passione musicale.

Tra questi il soprano Valentina Varriale, accompagnata al violino da  Vincenzo Bianchi e al clavicembalo da Mariarosaria Marchi (25 giugno), il gruppo I Madrigalanti, (22 ottobre), il coro InCanto Flegreo, diretto da Davide Troìa (26 novembre) ed infine (10 dicembre) un gruppo di solisti, Grifone, Videtta, Punziano, Di Fraia, accompagnato dal pianoforte a 4 mani da Natale Palena e Marco Palumbo, presenterà, insieme al coro Mysterium Vocis, un programma sull’Ottocento tedesco.

Per il coro appuntamenti il 18 giugno, Villanelle costumate e scostumate, l’8 ottobre, Francia/Spagna, attraverso i Pirenei, ed il 26 novembre, grazie all’ospitalità dell’Augustissima Arciconfraternita dei Pellegrini, un programma sacro dedicato alla musica di Gabriel Fauré,
organista Ernesto Pagliano, soprano Valentina Varriale, baritono Giuseppe Naviglio.

Resa possibile dall’ospitalità offerta dal Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini, con cui il coro Mysterium Vocis collabora stabilmente, la rassegna mira a presentare la musica vocale, ritenuta spesso la più “difficile” tra le varie espressioni sonore, in un contesto ampio e variegato, con brevi incursioni di altri linguaggi espressivi, dal teatro alla fotografia.
Obiettivo dell’operazione il pubblico dei neofiti, dei non-preparati e dei semplici esploratori di un repertorio che, soprattutto a Napoli, cela inaspettati tesori di tutte le epoche.

sabato 7 giugno 2008

I KOSANOST PRESENTANO IL LORO NUOVO CD

 

07/06/2008, ore 13:53



Domenica 8 giugno al Pepe bianco di piazza Bernini ad Aversa, 
alle ore 22,00 show case di presentazione del disco
e del video
'Nun ce stà ammore cchiù' (Non c'è più amore)
 dei Kosanost, Ndrè, Nirò e dj Murano: 20 tracce prodotte
 dalla
Vivi Records e distribuito dal primo giugno scorso dalla
 Self di Milano, in tutti i migliori negozi di musica italiani,
come Feltrinelli e Fnac. I Kosanost sono una storia di amicizia
 di tre ragazzi della Masseria Cardone, una zona del
quartiere
Secondigliano, cresciuti tra criminali, preti coraggio, intolleranza,
 rassegnazione, abbandono, e voglia di riscatto
difficile da trasformare in volontà. I Kosanost sono l'altra faccia 
della medaglia, il nome scelto significa "'robba nostra',
strettamente personale, sonorità e concetti nuovi, o meglio fatti
 a modo nostro - raccontano - senza imitare, per creare
originalità e apparire (non abbiamo studiato al conservatorio) 
come musicisti che possono benissimo stare su un palco
, allo stesso livello di chi suona rock, pop o musica leggera".
Andrea Ciervo in arte Ndre', Davide Strino alias Niro'
 e Gianluca Murano aka Dj Murano dal 2000
a oggi trasformano le loro storie in rime Rap. Ispirati alle
 melodie della West coast e alle dure denunce dell'Est 
coast americana
, i loro pezzi sono stati raccolti per la prima volta in un 
cd autoprodotto,
 'RaPresente' nel 2004, dopo un demo 'Dint' a 'sti vicoli'
pubblicato l'anno precedente insieme al video.
Il primo fan è Roberto Saviano che ha come sottofondo
delle sue pagine web una
sua intervista ai Kosanost e le canzoni dei tre di Secondigliano.
  "'Dìnto a 'sti vicoli' racconta la quotidianità feroce e limitata di
chi vive nei ghetti napoletani, dove i luoghi, i tempi e le persone 
appartengono alla camorra. Poco importa se non condividi le regole,
quella gente è violenta e la tua vita è nelle loro mani. Camminano 
sempre armati e anche un semplice sguardo curioso, o una parola
male interpretata, può istigare la loro violenza. Per chi è dentro
 'o sistema queste regole sono di vita, per chi ne è fuori sono utili a
sopravvivere", racconta 'Ndrè.
Per Andrea, Davide e Gianluca, far nascere i Kosanost è stata la 
soluzione: ogni giorno una rima in più per allontanarsi da
una vita criminale. La scelta è tra sangue e sudore, lo rappano 
nella canzone 'So' nato buono'. Loro hanno scelto il sudore,
il sole e i colori della città partenopea. E cantano: "Siamo noi,
 siamo il sud, siamo i bravi ragazzi. Siamo la voce della speranza,
la voce di chi pratica l'amore, gente di cuore dentro le paure.
 Troppo grandi già da piccoli. Le storie nostre nelle canzoni: storie
vere, storie nuove".

Enciclopedia del pop rock napoletano.

vai alla pagina di apertura

Da Roberto Murolo alle Posse.

Autore:
  Marengo Renato, Pergolani Michael.
Titolo:
  Enciclopedia del pop rock napoletano.
Sottotitolo:
  Da Roberto Murolo ai Posse.
Contributi di: Carmine Aymone, Sergio Brancate, Anna Cepollaro, Biagiio Coscia, Alfredo d'Agnese, Nino Marchesano, Claudio Poggi, Leillo Savonardo, Antonio Tricomi, Federico Vacalebre.
Descrizione:
  Volume in 8°; pp. 345.
Luogo, Editore, data:
  Roma, RAI - ERI, 2003
Numero di edizione:
   
Disponibilità:
  In commercio
Prezzo: Euro
  18,00
ISBN:    

Questa non è l'enciclopedia della canzone napoletana. E' l'"Enciclopedia del pop e del rock napoletano", ritmi e melodie nati dal dopoguerra ad oggi. Un'opera fondamentale di lettura e di consultazione. Partendo dalla tradizione, essa racchiude gli ultimi cinquant'anni della musica napoletana e campana, centro, se non di strutture discografiche produttive e distributive, di grande creatività musicale, di veri e propri talenti strumentali, di grandissime melodie ed interpreti.

Dicono gli autori: "Avremmo potuto chiamarla "Enciclopedia del pop e del rock campano" visto che abbiamo preso in esame i musicisti e la musica dell'intera regione (ed oltre), ma quel 'napoletana' fotografava meglio la realtà delle cose, lo spirito dell'opera. Non ce ne vogliano quindi i musicisti non napoletani di origine, ma un titolo deve essere una sorta di sintesi, un messaggio totem, d'altra parte non si è mai sentito parlare di pop e rock avellinese o casertano, sebbene ci siano in quelle città musicisti di valore".

La Campania, dunque, come 'regione della musica', Napoli come capitale dei ritmi e delle melodie non solo del nostro sud ma di tutta Italia e del mondo.

Perché tutto questo movimento nasca proprio a Napoli lo dice 'la Storia'. Napoli, città e porto, da sempre 'contaminata' da arabi, spagnoli, saraceni, dopo la seconda grande guerra ospita gli americani della Nato. Da lì un pullulare di localetti dove si suona jazz, blues, rock e di giovani musicisti napoletani che suonano con loro, che mescolano la loro cultura con quella d'oltreoceano. Nel frattempo la radio trasmette rock, arrivano i primi dischi d'importazione, Presley, Paul Anka, Neil Sedaka e, ascoltano ma non dimenticano le proprie radici.
Questa mescolanza, questa grande 'fusion' darà origine a quel rock mediterraneo che ancor oggi, rinnovato nello stile, nel linguaggio, fuso con altri generi, esiste e suona.

Un volume essenziale per chi voglia approfondire le sue conoscenze sulla musica e uno strumento fondamentale di lavoro per chiunque si occupi di cultura musicale e spettacolo (critici, giornalisti, operatori culturali, organizzatori di eventi, agenti, manager ecc.).


Link Suggeriti:

Dove si terrà il Concerto di Pino Daniele ?

La farsa, purtoppo è di scena nella mia amata e odiata città, e questa volta ha colpito il Pinotto nazionale. Alcuni dicono che sia un "tiro" dei nuovi governanti (leggi la Lega), che non hanno ancora digerito le aperte "critiche" che il nostro blusman fece in occasione della visita di Bossi e la Mussolini a Napoli. Altri dicono che non ci sarebbe stato un accordo tra gli organizatori del concerto e le amministrazioni locali. Le ultime notizie, che ho letto sul quotidiano "Il Napoli" ,dicevano che "anche Agnano non aveva dato l' OK" e poi : che in questi giorni sarebbe intenzione del comune di farlo suonare al San Paolo, ma in una zona meno accessibile dalle migliaia di fan's.  Povero Pino e poveri noi...

Speriamo che qualche potente di "buon senso" lo faccia finalmente suonare, per la buona pace di tutti quelli che come noi amano la buona musica.

Nick

Google

Venerdì 6 Giugno 2008

Eddy Napoli, una "Napulitanata" a Cantanapoli

 

MUSICA | Napoli – E' Eddy Napoli, già voce dell'Orchestra Italiana di Renzo Arbore e figlio di Vincenzo De Crescenzo, l'ospite della puntata settimanale di "Canta Napoli", la trasmissione dell'Archivio sonoro della canzone napoletana in onda ogni venerdì notte a partire dalle tre sulle frequenze di RadioUno Rai. In studio con Paquito Del Bosco e Federico Vacalebre, tra domani 6 e sabato 7 giugno l'artista spazierà tra aneddoti, ricordi e naturalmente chicche del suo ultimo album, "Napulitanata", dedicato al bicenternario della casa Ricordi (editrice del capolavoro di Di Giacomo e Costa che dà il titolo al disco). Una buona occasione insomma per rileggere la storia della melodia partenopea sull'onda di classici come l'intramontabile "Luna rossa" (De Crescenzo, Vian) impreziosita dalla voce di Paul Sorvino (che molti ricorderanno tra i "Goodfellas" di Scorsese), o come "Maria Marì" (De Crescenzo – Di Capua). O, ancora, per riscoprire brani dimenticati come "'A vocca 'e Cuncettina", altro brano del padre. Il tutto, come spiega l'artista nel corso della puntata, con una chiave di lettura inedita, suggerita già dall'acronimo Spa (Società Posteggiatori Abusivi) e che caratterizza la band che lo accompagna in cui spiccano Gennaro Esposito e Michele Montefusco dell'Orchestra Italiana: quella dei posteggiatori, con il pizzico frenetico dei mandolini, il caldo struscio delle chitarre acustiche, il lamento delle fisarmoniche e l'ironia partenopea. Per i nostalgici dei classicissimi invece l'appuntamento è come sempre per la notte tra sabato 7 e domenica 8 giugno, quando nel corso di "canzonenapoletana@rai.it", ospitata da Notturno Italiano di Rai Italia dopo il notiziario delle 2.00, il direttore dell'Archivio sonoro della canzone napoletana Paquito Del Bosco continuerà a regalare chicche e note delle magiche edizioni del Festival di Napoli, l'appuntamento principe della canzone partenopea di quegli anni. Questa settimana, dell'edizione del '68, sarà possibile riascoltare ad esempio la seconda classificata di quell'anno "Bandiera bianca" nell'esecuzione di Maria Paris, "Mezzanotte mmiez' 'a via" con Enrico Farina, "Cchiu' forte 'e me" cantata dal re della sceneggiata Mario Merola, " 'O timido" con Vittorio Marsiglia, "Canta st'ammore" per la voce di Livia", "Ammore mio" eseguita da Nunzio Gallo, "Lacrema" interpretata da Mario Abbate e per finire "Serenata azzurra" per la voce del maestro Sergio Bruni.

venerdì 6 giugno 2008

"Taranta Power"

Musica: Eugenio Bennato racconta la sua "Taranta Power"

Il musicista napoletano porterà il suo ritmo trascinante e i suoi testi carichi di poesia al Parco degli Acquedotti, il 18 giugno, con"Grande Sud" di Concita De Simone

Mandola e chitarra battente; sole e terra; ritmo e poesia: questi i connubi per presentare Eugenio Bennato, quello della Taranta Power (www.tarantapower.it), quello che a Sanremo, all’ultimo Festival, con “Grande sud” ha scatenato la compassata platea e che a Vicenza, al Festival Biblico tenutosi nelle scorse settimane, ha proposto una grande festa della “mediterraneità”, come luogo di incontro e dimora di popoli e culture diverse.

In pieno tour promozionale, per presentare al pubblico il suo nuovo album “Grande Sud”, 5 canzoni inedite più 7 motivi estremamente popolari del suo repertorio, ri arrangiati e reinterpretati, Eugenio Bennato sarà anche a Roma il prossimo 18 giugno al Parco degli Acquedotti, nei pressi di Cinecittà. Mandola, chitarra battente (quella a 5 corde, di origine barocca) e tamburello, sono gli strumenti principali della sua taranta. Il sole, di cui si diceva all’inizio, è quello di Napoli, la città che gli ha dato i natali nel 1947 e la terra rappresenta il suo attaccamento viscerale alle sue origini. Il ritmo è quello trascinante delle sue composizioni; la poesia, quella dei suoi testi e quella dell’espressività con cui ammalia sul palco.

Incontriamo Eugenio Bennato nella sede dell’ufficio che gli cura la promozione (Italia Promotions), dove lui, da bravo meridionale accogliente, fa gli onori di casa offrendo a tutti un tiramisù.

Quando uno pensa a Eugenio Bennato, pensa alla Taranta power, che non è solo una canzone del tuo ultimo album, ma un vero e proprio movimento che tu hai fondato esattamente 10 anni fa. Che cos’era allora e cos’è diventato oggi?
Era la convinzione che fossero maturi i tempi per chiamare a raccolta tante energie, perché il movimento si appoggiava a me ma ha coinvolto subito tante persone spontaneamente. Tutto è nato durante un concerto in provincia di Brindisi, quando, improvvisamente, delle ragazze schizzarono fuori mettendosi a ballare. Allora pensai che tutto il movimento della musica etnica, che non aveva un nome, poteva essere inteso come “taranta”. Prima non esisteva l’intuizione di collegare la mucica etnica del sud a un ritmo e un ballo. In Spagna, tutto questo è il Flamenco, che non è solo un ballo, ma una vera e propria identità. Il termine “Power” dava il senso della modernità. A questo movimento si sono subito affacciati non solo musicisti, ma anche interpreti, attori, registi e artisti vari. Oggi “Taranta power” è il nostro modo di essere meridionali e di avere un’identità inconfondibile.

La tua passione per la musica popolare nasce nel 1969, quando fondi la Nuova Compagnia di Canto Popolare. Che ci faceva un laureando in fisica nucleare con la chitarra in mano?
I ragazzi possono fare sempre più cose contemporaneamente! La chitarra classica era in controtendenza con le mode del momento. Come all’epoca lo era la NCCP. Era una scelta liceale, anticonformista. Mi divertiva andare ai concerti e portarmi dietro i libri, studiare tra un volo in aereo e un viaggio in treno. Da ragazzo ammiravo la musica brasiliana, gli artisti tranquilli, lo stile ad esempio di Joao Gilberto, mentre andavano di moda i rockettari. E loro lì, con la chitarra in mano, su una sedia con una grande espressività data solo dagli occhi socchiusi.

Dopo alterne vicende, compreso il fatto che fare world music era chic, mentre la musica popolare, il folk nostrano, era per una nicchia da sagra di paese, oggi la musica popolare sembra conquisti sempre più spazi e pubblico. Che ne pensi?
Ci vuole la coscienza di una nuova epoca, quella della globalizzazione. Oggi ascoltiamo musica da tutti gli angoli del mondo, perciò è sempre più importante l’affermazione dell’identità. Il pericolo è di perdere le radici. Abbiamo dovuto girare il mondo per anni per far capire che non facevamo la tarantella tanto per ricreare un’atmosfera di festa, ma che la nostra Taranta era una cosa seria. Adesso quest’idea conquista anche i giovani.

Gli strumenti che usi prevalentemente nelle tue composizioni, trasmettono la vitalità e l’energia di melodie così radicate nella nostra storia musicale, ma anche nella tua storia personale…
Non riesco a vedere qualcosa di più importante del tamburello che ha una tecnica tipica, esclusiva. E’ uno strumento piccolo ma che grazie al suo equilibrio riesce ad essere trascinante. La chitarra battente è unica. Ha un suono insostituibile, evocativo di certi paesaggi. Sono strumenti di partenza da cui non posso staccarmi. Io sono essenzialmente un compositore. La mia vita è scandita dalle melodie che riesco a scrivere.

“Grande sud che sarà quella anonima canzone di chi va per il mondo e si porta il sud nel cuore”… Che vuol dire avere il sud nel cuore?
Vuol dire portare il segno dei sogni, portare nel cuore, ma anche nel volto, negli occhi, il segno del nascere in luoghi dove il paesaggio ci porta a riscoprire dei punti intatti della nostra memoria. Significa avere sempre una riserva di grande poesia.

“Che il meditarraneo sia” è un inno alla ricchezza degli immigrati. “La ricchezza che ognuno apporta ogni uomo con la sua stella, nella notte del Dio che balla/ e ogni popolo con il suo Dio”… La stessa festa fatta di musica diversa… Come viene accolta la tua musica nel mondo?
Quando ho eseguito questo brano ad esempio ad Algeri o a Tunisi, ho sempre provato forti emozioni. Non è retorica. Il mio percorso mi ha portato ad incontrarmi con artisti di varia provenienza, sono scelte musicali, poetiche. E in questi luoghi da dove il sogno è partito e dove ritorna, c’è un impatto forte. Ad Algeri, ricordo in un concerto in un grande anfiteatro e il pubblico all’inizio un po’ scettico, perché noi eravamo europei e non potevamo capirne della loro musica piena di ritmo. Poi, invece, dopo un paio di brani, hanno cominciato a scatenarsi ballando con noi. Questo testimonia che si possibile la coesistenza e la musica è un grande strumento per viverla.

Cosa racconta la ballata di una madre?
Il brano è nato in sala di registrazione. Avevo la melodia ed erano già le 4 di mattina quando ho pensato di metterci un testo. Sono nate una serie di rime. Avevo in mente il concetto del rispetto delle vite, anche di chi non è ancora nato. E’ un tema di grande attualità. Purtroppo, nel dibattito pubblico, spesso alcuni ignorano il punto di vista di chi vorrebbe venire al mondo ma gli viene impedito.

Enzo Avitabile & Bottari a Cerreto Sannita il 14 giugno 2008

MUSICA | Cerreto S. – Enzo Avitabile & Bottari a Cerreto Sannita il 14 giugno 2008.
Una fusione di suoni, che va dalla tradizione del ritmo primitivo di botti, tini e falci per giungere alla geniale e intensa voce di un grande artista partenopeo e al suo sassofono: Avitabile è un musicista del mondo, in viaggio perenne tra l'America nera, i villaggi della sofferenza africani e i sentieri più veri del nostro mediterraneo, proponendo musiche che, come l'albero della vita, sembrano nascere dalla terra stessa, svelandocene la meravigliosa utilità...Oggi Enzo Avitabile è un giramondo – è stato l'unico artista italiano a ricevere due inviti consecutivi dal "Sziget Festival" di Budapest, nel 2005 e 2006 – portando ovunque il suono della sua storia, di quel Sud che vuole restare ancora puro. E che è sensibile ai fenomeni universali, troppo spesso anche drammatici. Al settembre scorso risale la produzione dell'opera "Sacro Sud" (Ethnosuoni / Musiche Migranti) mentre nell'ultimo anno ancora live, live, live. Soltanto negli ultimi quattro mesi Avitabile e i Bottari di Portico sono stati protagonisti di concerti in Belgio, Spagna (Siviglia), Francia (Cannes), Svizzera, Usa (Chicago, New York al Central Park, Los Angeles), Canada (Montreal), Germania (Karlshrue) e Austria (Vienna).
Ma ora è tempo di "Festa Farina e Forca" (SudArte / il manifesto), doppio cd - a cui partecipano Matthew Herbert, Bill Laswell, Banco De Gaia, Manu Dibango, Djivan Gasparian e Luigi Lai.

martedì 3 giugno 2008

Accademia Santa Cecilia: Napoli Gothique

Spettacolo: musica classica

 

Giovedì 5 giugno, Sala Sinopoli, Auditorium Parco della Musica, Roma

martedì 3 giugno 2008 di - Redazione


Lettori unici di questo articolo: 5
La Polifonia della Napoli angioina con l’Ensemble Mala Punica OMAGGIO A NINO PIRROTTA. Poche corti europee dovevano eguagliare in magnificenza e patrocinio artistico quella di Roberto d’Anjou ’il Saggio’, re di Napoli dal 1309 al 1343. Ne furono ospiti Petrarca, Boccaccio e Giotto.

Vi fiorì una splendida e vivace vita musicale di cui purtroppo conserviamo poche anche se significative testimonianze. Nel periodo dell’Ars Nova, che va dal regno di Roberto fino alla caduta di Giovanna d’Anjou e all’avvento dei Durazzo (chi ha letto Gomorra di Roberto Saviano sa di chi stiamo parlando) si sviluppò a corte una straordinaria fusione di stili italiani e francesi, marcate da quell’alternanza di gioia e malinconia che ancora oggi ci evocano la lingua e la musica napoletana.

Ci conducono in questo viaggio a ritroso nel tempo nella Napoli superba capitale di raffinata cultura l’ensemble Mala Punica e il suo direttore e fondatore Pedro Memelsdorff, dal 1987 impegnati nella diffusione della grande polifonia medievale che fiorì in Europa tra i secoli XIV e XV. Il concerto è dedicato al ricordo del grande musicologo Nino Pirrotta, alla cui eredità intellettuale si richiama un convegno che radunerà dal 4 al 6 giugno all’Accademia dei Lincei, e alle sedi dell’Università di Roma alla Sapienza e a Tor Vergata, una nutrita schiera dei maggiori musicologi italiani e stranieri esperti del periodo.

Liber Usualis Statuit ei Dominus testamentum pacis, Anonimo Kyrie, Philippe de Vitry Rex quem metrorum, Antonello da Caserta Or tolta pur me sey, Antonello da Caserta Più chiar ch ’l sol, Antonello da Caserta Deh vogliateme ordire, Anonimo Sempre serva, Filippo da Caserta De ma dolour, Antonello da Caserta Amour ma le cuer mis, Antonello da Caserta Dame gentil, Filippotto da Caserta Par les bons Gedeon et Sanson, Anonimo Ochi piangete, Anonimo Ha fortune, Anonimo Par che la vita mia.

Biglietto unico: 10 € Info 068082058 www.santacecilia.it

domenica 1 giugno 2008

Lino Cannavacciuolo apre il Leuciana Etnico

 
Sei concerti selezionati da Nunzio Areni per il decimo Leuciana Festival
 
 
Sarà il concerto di Lino Cannavacciuolo a dare il via, mercoledì 4 giugno alle ore 21.15, al segmento dedicato alla musica etnica, programmato dalla decima edizione del Leuciana Festival di Caserta, ideato e diretto da Nunzio Areni. La serata con il violinista partenopeo è la prima di sei appuntamenti musicali, tutti programmati al Belvedere Reale di San Leucio, che, tra giugno e luglio, proporranno le esibizioni di Consiglia Licciardi (il 5/06), Pietrarsa e Mimmo Maglionico (il 6/06), Eugenio Bennato (il 7/06), Taranterre (il 10/06) ed il debutto dell’Orchestra Popolare Casertana (il 16/07), un ensemble di 28 elementi diretto da Emilio Di Donato costituitosi e prodotto dal Leuciana Festival.

La selezione ha inizio con Lino Cannavacciuolo, musicista d'estrazione classica dalla tecnica singolare, più volte indicato dalla critica internazionale tra i “più interessanti esponenti di jazz-etnico che la scena italiana abbia mai prodotto”.

Violinista eclettico, autore, compositore ed arrangiatore,  Lino Cannavacciuolo realizza una singolare sperimentazione e ricerca su nuovi e possibili linguaggi musicali. In concerto propone uno spettacolo dalle forti tinte, evocative, misteriose e accattivanti, che fa rivivere gli antichi suoni della tradizione popolare del sud d'Italia  mescolati e fusi a sonorità di altri Paesi ed etnie. Ritmi popolari, come la pizzica e la tarantella, si mescolano con influenze africane, arabe e greche a loro volta contaminate dalla musica tzigana.
“La sua musica – sottolinea Nunzio Areni, direttore artistico del Leuciana - è un’esplosione di suoni e colori del Mediterraneo, che passano attraverso vibranti virtuosismi, note ipnotiche e potenti, ed una presenza scenica capace di travolgere il pubblico fin dalle prime note”. In scaletta tanti brani che, preziose tessere di un mosaico straordinario, descrivono culture, usi e costumi diversi. E’ il caso di ‘Sa lughe’ e di ‘Nu' poco 'e bbene’, ad esempio, in cui si realizza una sorprendente fusione tra la cultura e la musica popolare della Sardegna e quella del resto dell’Italia meridionale (Campania in primis). 

Da sempre appassionato studioso, prosegue il suo lavoro d'indagine ed approfondimento, misurandosi con sperimentazioni affini al jazz ed alla world music, creando innovative soluzioni sonore ed inusuali architetture espressive.

Le sue collaborazioni con Roberto De Simone, Luca De Filippo, Peppe Barra ed Elena Ledda, la sua lunga militanza nel Solis String Quartet (di cui è tra i fondatori), ne hanno segnalato al grande pubblico le non comuni doti di strumentista ed arrangiatore.
Nel suo concerto è accompagnato in scena da Salvio Vassallo alla batteria, Antonio Fresa al piano, Emidio Ausiello alle percussioni, Lello Somma al basso, Ernesto Nobili alla chitarra e dalla voce di Sara Greco.

Il Leuciana Festival è promosso e sostenuto dalla Città di Caserta, inserito tra i Grandi Eventi della Regione Campania, con la collaborazione della Provincia e della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Caserta.
 
31/5/2008

Il Minollo, Il Sito del Buonumore

Bande sotto il Vesuvio

Bande  sotto il Vesuvio

Napoli Centrale

Napoli Centrale

Almamegretta

Almamegretta

99 Posse

99 Posse

Rock Portal - Rock'n Roll Music a Go Go !

CO" SANG

CO" SANG

24 Grana

24 Grana

Mandolino Napoletano

Mandolino Napoletano

NCCP

NCCP

E" Zezi

E" Zezi

PALADINO

L'immagine “http://www.galleriaariete.it/webimages/PALADINO%20GIF.gif” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

Capone Bungt Bangt

Capone Bungt Bangt

Avion Travel

Avion Travel

Renzo Arbore e l"Orchestra Italiana

Renzo Arbore e l"Orchestra Italiana

Renato Carosone & Gegè Di Giacomo

Renato Carosone & Gegè Di Giacomo
Powered By Blogger

Comicsando - Tutto sui Fumetti

Edoardo Bennato

Edoardo Bennato

Corrado Rustici

Corrado Rustici

Chitarra Battente

Chitarra Battente

Alan Sorrenti

Alan Sorrenti

Lina Sastri

Lina Sastri

Maria Pia De Vito

Maria Pia De Vito
Vocalist Jazz

Informazioni personali

Napoli, Italy
Sono nato e vivo in una città che odio e amo : Napoli